Autunno, tempo di castagne. I 10 vini che NON si abbinano, ma proprio per niente, con le caldarroste.
By Fabio Giavedoni
In genere la tradizione vuole che con le caldarroste si beva il vino nuovo (già svinato) oppure un mosto/vino che non ha ancora finito di fermentare: è il rito del torbolino in Veneto, della ribolla in Friuli (ma attenzione, non ha niente a che fare con la ribolla gialla, è mosto di qualsiasi varietà…), del Törggelen in Alto Adige, dove si beve solitamente una schiava fresca, appena svinata.
Mi fermo qua, anche se in ogni parte d’Italia si hanno tradizioni di vini da abbinare con le castagne: quasi sempre si tratta di liquidi dolci o moderatamente dolci, più o meno limpidi o torbidi.
La lista che vi voglio proporre invece è quella di 10 vini che, secondo me, non andrebbero proprio abbinati con le castagne: sono vini bianchi dal profilo secco e asciutto, dotati di una tagliente e profonda vena acido-sapida. Sono 10 etichette assaggiate negli ultimi mesi che mi sono particolarmente piaciute, tutte – tranne una – dell’annata 2014: le elenco, in vago ordine geografico. (Vi avverto: troverete tante assonanze tra le brevi descrizioni dei vini, che sono liberamente tratte da Slow Wine 2017…).
Si inizia con un Riesling, che però sarà l’unico della lista, perché il pericolo era quello di indicare 10 vini prodotti con questa varietà…
Langhe Riesling Hérzu 2014, Ettore Germano
La solita, incantevole, prova d’autore, particolarmente fresca e tagliente, dal perfetto contrasto acido dolce.
A.A. Valle Isarco Sylvaner 2014, Garlider – Christian Kerschbaumer
Interpretazione cristallina della varietà, dal gusto energico e disteso, incentrato sulla mineralità, con fini sentori finali di roccia bagnata.
A.A. Sauvignon Castel Giovanelli 2014, Cantina Caldaro
In Sauvignon teso e gustoso che vorresti sempre bere, ampio ed elegante al naso, impreziosito dall’affinamento in legno; la bocca è succosa e agrumata, dinamica e ben calibrata.
FCO Friulano Clivi Galea 2014, I Clivi
Eccellente traduzione della varietà, elegante e misurata, che si esprime con grande eleganza al naso, con sentori di fiori bianchi e gesso, e con una bocca ampia e gustosa.
Ri-né Blanc 2014, Simon di Brazzan
Da uve pinot bianco e malvasia dosate con qualche tocco di traminer e sauvignon, che ampliano e articolano in quadro olfattivo; gustoso e succoso, si distende al palato con dinamismo, eleganza e profondità.
Vernaccia di San Gimignano Fiore 2014, Montenidoli
Elisabetta Fagiuoli propone, anche in un’annata non proprio felice, un bianco gustoso, polposo e di beva appagante, figlio prediletto di questo terroir.
Verdicchio di Matelica 2015, Collestefano
Anche nell’annata calda conserva il solito tratto aromatico elegante, fatto di fiori d’acacia, agrumi, mandorla e anice; il sorso è vivo, lascia trasparire la sostanza del millesimo e nel finale spicca la consueta, sottile linea sapida.
Fiano di Avellino 2014, Rocca del Principe
Complessità e ricchezza di gusto rappresentano il lascito della sosta sulle fecce; sorprende l’eleganza e la pienezza del sorso, equilibrato da una sferzante freschezza e una notevole sapidità.
Etna Bianco Ante 2014, I Custodi delle Vigne dell’Etna
È fine e pungente al naso, con richiami floreali tenui e delicati, tipici del carricante, che vengono esaltati da un sapiente passaggio in tonneau vaporizzati; la bocca è fresca e salina, con un finale lungo e affusolato.
Grappoli del Grillo 2014, Marco De Bartoli
Coinvolgente e appagante interpretazione del grillo: sottile e incisivo al naso, di grande presenza e succosissimo al palato, lascia in bocca una congenita eredità salmastra.
Insomma siamo partiti dalle castagne e alla fine siamo arrivati a indicare 10 bottiglie da aprire – a seconda dei gusti – con ostriche, frutti di mare, crostacei crudi, tartare di pesce…
Per le castagne continuate a fare come avete sempre fatto, sono sicuro che va benissimo così!