Ristorante “La Piana”
Da Gilberto Farina, charme, gusto, sapori e profumi che danno emozioni uniche, e cassoeula e formaggi da primato!
Diciotto bocconi paradisiaci. Diciotto assaggi di formaggi straordinari, conquistati sacrificando le giornate di ferie e riposo salendo in montagna per procurarseli. E poi una cucina capace di valorizzare materie prime di piccoli produttori. E una cantina tutta da scoprire, con vini che sono sintesi entusiasmante di curiosità e assaggi competenti e appassionati, con etichette ben diverse da quelle che, ahinoi, si trovano nelle carte dei vini “fotocopia”.
È uno degli indirizzi orgoglio del GattiMassobrio, La Piana (via Pietro Zappelli 15 – tel. 0362909266) di Carate Brianza, formidabile baluardo di sapori e profumi d’Italia, cui guide e critica, in ormai cronico ritardo, devono ancora attribuire i riconoscimenti che, non v’è dubbio, merita, e non certo da oggi.
Anima di questa bomboniera di gusto, Gilberto Farina, chef patron dal tratto umano nobile, talentuoso e infaticabile nel lavoro, e vero maestro, come dimostra il tempo che dedica anche all’educazione dei giovani che vogliono impegnarsi nel mondo della ristorazione.
Accogliente, pieno di charme, l’ambiente, con la verandina e le piccole salette, romantiche, con i muri in pietra e i tavoli apparecchiati in modo curato. Preciso e professionale, il servizio, svolto con bravura da suoi allievi migliori che da anni lo seguono con entusiasmo. Uno spettacolo piatti e vini.
Diciamo subito che Gilberto è il “re dalla cassoeula”. In inverno (ma anche il giorno di Ferragosto, come vuole la tradizione briantea), la sua interpretazione della gloria golosa lombarda, vale il viaggio. Diciamo anche che facendo parte dell’Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo, in carta c’è sempre la millefoglie di riso croccante con ragù di pasta di salame e fresca, la specialità scelta come piatto simbolo. Altrimenti, in questa stagione funghi, con menu dedicato, o dal menu insalata di nervetti e canellini con crema calda di patate, trilogia del Lario, riso al salto alla milanese, strangolapreti saltati con i finferli e fonduta di stracchino, lavarello del Lario spinato alle erbe, agnellone brianzolo, suprema di faraona rosolata alle erbe aromatiche cipollotto arrostito e morbido di patata bianca di Oreno.
L’altro “capolavoro” – per gli appassionati un’emozione irrinunciabile – il piatto di formaggi, in cui avrete modo di assaggiare autentici “pezzi unici”, frutto della ricerca e della fatica fatta da Gilberto Farina che, da anni, scarponi ai piedi e zaino in spalla, sale alle malghe a procurarsi gioielli come lo Stracchino quadro di Doniselli della Valbiandino, il Latteria e lo stracchino di grigio alpina di Luca Bianchi all’Alpeggio di Moncodeno, lo Stracchino di Morterone de Le Forbesette del Morterone, piuttosto che le formaggelle di capra e la mascherpa di Maroni all’ Alpe Dolcigo o lo Stracchino all’antica e lo strachitunt di Locatelli di Artavaggio, oltre che il Latteria grasso d’alpe e il fiorone del sommo Invernizzi di Pasturo.
Il conto sarà di tale ragionevolezza, da farvi pensare a un errore, visto l’esperienza straordinaria che avrete vissuto. La Piana è orgoglio del GattiMassobrio e orgoglio italiano!
by: Marco Gatti