A Capodanno brindiamo italiano, quanti spumanti made in Italy e quanti vini: rossi, bianchi, rosè, tipici, autoctoni, naturali, bio, da dove l’esigenza di rivolgersi all’estero?
E’ fine anno, tempo di feste e di bilanci. L’osservatorio Cribis Industry Monitor fà la fotografia al mondo del vino nazionale. In Italia il comparto vitivinicolo incide per il 9,5% sul valore totale della produzione agricola, per il 7,6% sul fatturato dell’industria alimentare e per il 14,6% sull’export agroalimentare. Più del 35% della produzione vitivinicola nazionale è destinata ai vini a marchio di qualità, Doc e Docg.
Guardando al commercio con l’estero, siamo il secondo paese esportatore a livello mondiale per valore e per volumi, con un export 2017 pari a 5,9 miliardi di euro. Nell’ultimo decennio le esportazioni dell’Italia sono aumentate del 68,5% in valore e del 13,4% in volume grazie al riposizionamento di prezzo per i prodotti commercializzati all’estero.
Il consumo interno di vino ha subito un rallentamento, rispetto agli anni precedenti, attestandosi in consumi pro capite pari ai 40 litri. Fra i trend di consumo sul mercato interno, tra i fenomeni di maggior successo vi è l’incremento della domanda di vino biologico.
Siamo il primo produttore di vino a livello mondiale, con un peso del 17% che sale al 29% se si guarda alla sola UE. Dal punto di vista della produttività, il vitivinicolo italiano ha dimensioni d’impresa di poco inferiori a quelle della Francia, principale concorrente, che ha però una produttività superiore all’Italia per il maggiore valore aggiunto delle proprie produzioni, (si pensi allo Champagne e ai vini Bordeaux).