Il 17 marzo scorso si è svolta a Genova la settima edizione del Campionato mondiale di Pesto al mortaio. Cento concorrenti si sono confrontati all’interno del Palazzo Ducale, nel capoluogo ligure.
Il basilico è il primo componente la salsa, composta fra l’altro di pochi ingredienti.
Ogni concorrente aveva a disposizione gli stessi ingredienti, lo stesso mortaio in marmo di Carrara e lo stesso pestello in legno. Ciò nonostante, i risultati sono stati molto diversi; ogni salsa realizzata possedeva caratteristiche proprie, peculiari.
I giudici non hanno avuto compito facile, alla fine però ha vinto un brianzolo: Roberto Panizza. Roberto non si è sbilanciato, non ha voluto svelare il suo mudus agendi, ha solo detto che ogni mortaio è unico, che il pestello deve essere grande e fatto di legno di pero e che ognuno può mettere le dosi che vuole e nella sequenza voluta.
Qualcuno però lo ha spiato e ha seguito il suo lavoro, per primo ha messo l’aglio, poi i pinoli, a seguire il basilico, il grana, il pecorino e solo alla fine l’olio.
Io sono goloso di questa salsa e la uso non solo sulle trofie liguri, ma anche su liguine e spaghetti, amo quel vero sapore mediterraneo; il pesto me lo faccio assolutamente da solo, in cucina, usando basilico scelto e fresco, solitamente non uso la sequenza di Roberto ma, la prossima volta lo copierò e spero di trovare un nuovo modo per migliorare il mio condimento preferito.