Corona all’Osteria Magenes di Gaggiano
Paolo Massobrio | 10-05-2017
Accoglienza perfetta, carta dei vini ricercata a prezzi onesti, cucina creativa e tradizionale da campioni: una sosta che sarà un vero regalo e che vorrete ripetere al più presto
Osteria Magenes, frazione Barate di Gaggiano (Mi), bellissima, ristrutturata piano piano e oggi perfetta nell’accoglienza, almeno nella parte interna, con le pareti colorate, i tavoli ben distanziati fra di loro e l’allegria del dehors chiuso con la vetrata ampia che dà sul giardino (via Cavour, 7 – tel. 029085125 – osteriamagenes.com).
La storia di questa famiglia, per certi versi, ci ha ricordato quella della famiglia Alajmo. Il padre è sempre dietro al banco all’ingresso, la madre Mariella è in cucina con il figlio Dario, trent’anni, più che una promessa. Il fratello Diego è il maître che ha curato una carta dei vini decisamente speciale, dove comprendi che c’è passione vera e quando chiedi un vino a bicchiere ti diverti con proposte nuove, ricercate, a prezzi decisamente abbordabili.
La cucina invece ha due anime: una creativa, che è anche molto coreografica, e una tradizionale, che è da campioni. Una cotoletta alla milanese con patate così non l’abbiamo mai mangiata. È la migliore in assoluto e sfido chiunque a smentirmi. Credo sia l’innesto fra l’esperienza della mamma, una simpatica e dinamica signora che è la gioia fatta persona (e che trasmette nei piatti) e il figlio, un ragazzo umile, ma che ha voglia di esprimersi ed ha raggiunto una sorta di maturità. Se chiedete il piatto di salumi lombardi con lo gnocco fritto, lo trovate legerissimo, eccezionali i salumi Bettella. Buonissimi con quella bollicina che non ha nessuno, fragranti.
Altri antipasti: il foie gras d’anatra in due servizi; il Bloody Mary di lumache di Cherasco, guanciale di Cinta, Worcester; il ceviche di ricciola.
Primi: risotto Giallo Milano 2010, con il Carnaroli della riseria San Massimo, decisamente perfetto. Sontuosi gli spaghetti turanici al cartoccio con gallinella, limone e liquirizia di mare. Il raviolo che non c’è è invece coda di bue, vino rosso e frutta secca.
Secondi: cotoletta di vitello alla milanese, chips di patata e maionese al Pimentòn. Ma che buono anche il polpo al sakè, servito con un Sakè, con mandorle, vichyssoise e nasturzio. Fra le altre scelte, il nostro collaboratore che è venuto appena dopo ci ha riferito che “Il ricordo di un viaggio a Thai” (noodles, ‘nduja, lime e cocco) è un’esperienza, ma anche il risotto al pompelmo, gamberi rossi e Campari. Quindi il piccione con foie gras, caffè e noci Macadamia.
Dessert: si può scegliere tra i Tradizionali (gelato con cioccolato fuso e croccante, tiramisù con biscotto alle mandorle, Pan de mej), i Contemporanei (tra cui la Pera di zucchero soffiato ripiena di charlotte e gelato alla cannella, l’UOVO non UOVO : crostata primordiale, Come un tomino! Meringata con topinambur, robiola di capra e gelato al fieno, Cioccolato bianco, frutta e bottarga di tonno) e Oltre con “Frattale”: miele, camomilla, lamponi e caviale di peperoncino.
Quindici piatti d’eccezione. Vorresti mangiare tutto e vai via col rammarico di non aver preso l’ossobuco con gremolada e tortino di riso al salto. Dario in cucina è un genio, Diego in sala è un grande professionista. Menù degustazione: l’Attimo, a soli 38 euro, è composto da quattro portate a sorpresa per conoscere la loro cucina; ORTO giuda, a 48 euro, è con le verdure dei loro orti e in sei portate. Poi ce ne sono altri due: “Milano: ritorno al futuro” con 6 portate a 50 euro e “Il Gioco” con 8 portate a 60 euro che è l’espressione del lavoro giornaliero in cucina e delle loro passioni.
Un posto così è da incorniciare fra le mete preferite. Farete un regalo a voi e a chi sarà con voi. Entusiasmo a mille!