Leggendo Luciano De Crescenzo, a fine giornata.
Si chiamava Peppino De Matteis ed era il mio compagno di banco in quarta elementare. Un giorno mi prese in disparte e mi comunicò la grande notizia. “Lucià”, mi disse “le femmine sono diverse, non sono come noi”. “E come sono?” chiesi io. “Hanno la fessa e non hanno il pesce.” “La fessa?” “Si, la fessa. Me l’ha fatta vedere mia sorella Assuntina. Se però glielo dico io, quella la fa vedere pure a te.”
E fu così che a soli otto anni scoprii com’erano fatte le donne. Poi, crescendo, ho capito che la petite différence non era solo quella. Ce n’erano delle altre e perfino più importanti. Ho scoperto, ad esempio, che in amore le donne soffrono più degli uomini e che questo accade perchè attribuiscono alle loro storie sentimentali un’importanza esagerata. Noi maschi, invece, consideriamo il Potere il massimo dei traguardi possibili e, pur di restare al comando, siamo disposti a fare qualsiasi sacrificio, anche a soffrire.
Ora, che io sappia, non mi sembra che i capi di Stato abbiano mai perso la testa per le donne, e persino Clinton, diciamo la verità, le ha sempre considerate più una breve pausa di lavoro che non esseri umani con i quali comunicare. Quanto poi agli intellettuali, non ne parliamo: sono i peggiori di tutti. Si sono sempre comportati male con le donne.
A partire da Pitagora che un giorno disse ai suoi discepoli:”Il Bene creò l’Ordine, la Luce e l’Uomo. Il Male creò il Caos, le Tenebre e la Donna.” Per finire a Khomeini che le considerava un’emanazione diretta del demonio; tutti i grandi uomini del passato hanno sempre parlato male delle donne.
Per Socrate la moglie era una specie di colf, un robot che doveva badare solo alla casa e al benessere fisico del marito. Qualsiasi altra iniziativa sarebbe stata considerata un’azione invadente e non gradita. Einstein alla sua compagna di nome Marileva, aveva persino firmato di suo pugno un decalogo cui doveva attenersi rigidamente.
….. e pensare che la donna si accontenta di poco: vuole solo essere amata. Che poi ad amarla sia il marito, il figlio o un signore di passaggio poco importa: l’importante è che si senta indispensabile.