Esistono molte qualità di olio. Le denominazioni principali si definiscono, però, in “olio d’oliva” e “olio extravergine d’oliva”.
Ci sono oli che sono frutto di olive autoctone, c’è l’olio novello da pochi mesi uscito dal frantoio e l’olio giovane che non deve superare l’anno di età.
Il posto d’onore è senza dubbio riservato “all’olio extravergine d’oliva”, è il migliore, ricco di acido oleico e di vitamina E. Ottenuto dalle olive raccolte tramite processi meccanici, sull’etichetta l’acidità indicata dovrà essere inferiore allo 0,8%. Le caratteristiche organolettiche possono diversificarsi a seconda della varietà del territorio, della tecnica di raccolta e della spremitura.
“Olio vergine di oliva”. Con la sua acidità pari al 2% è un olio non raffinato, ottenuto solamente dalla spremitura a freddo delle olive senza l’aggiunta di agenti chimici come avviene, invece, per l’olio extravergine. Da quest’ultimo si differenzia solamente per la percentuale di acidità.
Come per il vino, anche l’olio viene classificato tramite l’assaggio a crudo, un modo semplice ma indispensabile per verificare la qualità. Vediamo alcune caratteristiche positive e le negative
Sensazioni positive
Gusto armonico – si manifesta con l’assenza di picchi aromatici o sensoriali
Gusto dolce – leggero, gentile, delicato con un retrogusto di mandorle
Gusto fruttato – indice di olio fresco con sapore simile alle olive appena raccolte. E’ fruttato l’olio che mantiene nel tempo questa caratteristica.
Gusto rotondo – è dato dall’utilizzo di olive molto mature e l’olio appare pastoso e molto aromatico
Gusto piccante – dal colore verde brillante, tipico degli oli freschi
Sensazioni negative
Tutte quelle caratteristiche non citate in precedenza