Il vino rosato

Ci sono tanti modi per produrre un vino rosato, un signore mio conoscente, spiccio, spiccio affermava che: “basta prendere un vino rosso, aggiungere un po’ d’acqua, si ottiene un vino rosato”.

Grande idiozia, ma attenzione, qualcuno lo ha proposto anche in parlamento europeo.

Prendiamola sul serio, il vino rosato stà uscendo dal dimenticatoio in cui era stato relegato e stà silenziosamente risalendo la graduatoria del consenso dei mercati. Purtroppo non è uscito dall’equivoca posizione che l’aveva messo altrettanto silenziosamente fuori gioco: la scritta “Vino Rosato” in etichetta continua a chiarire soltanto il genere, non la qualità.

image

Sono tanti i modi per ottenere un “rosè”, ma può essere un grande vino soltanto se è realizzato unicamente col mosto che cola dagli acini non spremuti, ma semplicemente schiacciati dai grappoli soprastanti. E’ un metodo, detto “a lacrima”, con una bassissima resa uva/vino, difficilissimo da padroneggiare perchè solo con sensibilità ed esperienza si può cogliere il momento in cui svinandolo il colore, che nel frattempo si evolverà, sarà quello giusto al momento dell’imbottigliamento. Però è l’unico metodo che permette di toccare il vertice del sublime; tutti i consumatori lo dovrebbero sapere.

Parafrasando una canzone di Bobby Solo: da una lacrima sull’etichetta si capiscono tante cose.

Lascia un Commento