Carbonara, una bontà

Carbonara day

Forse non tutti sanno che dopo la metà di gennaio si celebrerà in tutti i ristoranti del mondo il “Carbonara day”. Iniziativa per commemorare questo piatto che, come gradimento, è forse secondo solo alla pizza.

La ricetta base è ormai nota, probabilmente, a tutti ma, per comodità, la ricordiamo dando le dosi a persona in modo che anche i single se ne possano preparare un bel piatto senza impazzire a fare le proporzioni degli ingredienti:

– Pasta, 80 gr. – Uovo, 1 tuorlo – Pecorino romano e/o parmigiano, 1 cucchiaio – Guanciale, 30 gr. – Pepe nero macinato al momento, q.b.

Ribadiamo che questa è la ricetta base,suscettibile poi di infinite varianti in base al capriccio ed al gusto dello chef di turno.

Adesso parliamo un poco della nascita di questo appetitoso piatto e. per la sorpresa dei convinti assertori delle sue origini romane, diciamo subito che non è vero!

La ricetta per altro, ha origini abbastanza recenti, risale infatti al 1944 ma non a Roma, bensì a Napoli (oltre la pizza anche la carbonara).

Le truppe di occupazione americane dell’epoca infatti, gradivano molto il cibo che veniva loro venduto dalle infinite bancarelle per strada (e così anche lo street food ed il fast food vedono le loro origini a Napoli), le pizze piegate a portafoglio, i supplì ma soprattutto gli spaghetti, che venivano cotti al volo e conditi con cacio e pepe, il pomodoro era vietato in quanto colava e macchiava le divise.

Un giorno un soldato americano ordinò un piatto di spaghetti e, trovatolo non adeguato e troppo misero per i suoi gusti, aggiunse alla pasta la sua razione K, consistente in uova in polvere, bacon e panna liquida, il risultato fu di suo gusto. La notizia della variante alla solita pasta corse per tutti i vicoli e le piazze di Napoli, al punto che anche i napoletani vollero assaggiare il piatto così modificato che si era diffuso tra le truppe; naturalmente la loro inventiva culinaria apportò una serie di modifiche atte ad armonizzare il tutto: era nata la carbonara!

Già nel 1946 le osterie del porto servivano normalmente la carbonara che in seguito si diffuse anche a Roma e dopo la liberazione in tutta Italia e nel mondo.

Questa ipotesi giustifica anche le varianti che utilizzano il baco al posto del guanciale e uniscono l’uovo nel momento sbagliato (orrore per i puristi)

Alla fine la cosa più importante è che, napoletana o romana, la carbonara esista e che sia oggi un piatto gradito e desiderato da tutti.

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