L’azienda agricola Daglio Giovanni si trova nella valle dell’Ossona, a Costa Vescovato, comune collinare nel tortonese; è qui che incontro l’omonimo titolare dell’attività.
Giovanni Daglio è un vignaiolo, un uomo di quelli che amano la propria terra ed il proprio mondo. La stretta di mano che ci scambiamo ed il suo sorriso aperto mi fanno intuire che sarà una giornata vera ed intensa, la classica occasione dove i convenevoli risultano essere semplicemente una perdita di tempo.
Giovanni non mi porta subito a vedere la cantina. Dopo essersi accertato del mio stato di salute, mi invita a salire sulla sua jeep Suzuki e, innestando le marce ridotte, comincia ad arrampicarsi sugli impervi terreni di proprietà, mostrandomi gongolante le meraviglie delle sue viti.
In mezzo alla ricca vegetazione ci godiamo il panorama della vallata e le diverse varietà di vitigni coltivati. Dal dolcetto al cortese, dal timorasso alla croatina, fino ad incontrare un’autentica meraviglia: le viti del “Basinas”, una barbera che nasce in questi filari di 90 anni, una vigna che Giovanni ci racconta con trasporto, mostrandoci dove prima di lui hanno lavorato il padre e il nonno.
Dopo quest’ultima tappa scendiamo verso la cantina e ci sediamo al tavolo dove troviamo un eccellente salame dei colli tortonesi e ottime focacce fragranti di forno.
Dopo aver assaggiato tutte le basi delle vendemmie 2015 e 2016 che si trovano ancora nelle vasche per l’affinamento, stappiamo la prima bottiglia di Timorasso “Cantico” 2012. Questo meraviglioso autoctono ha una sorprendente persistenza salina e una straordinaria freschezza che lascia immaginare come evolverà tra 4 o 5 anni.
Degustiamo poi un “Nibio” 2011, Dolcetto autoctono della zona, con tannini sviluppati in maniera armonica che mi suggeriscono abbinamenti consoni con piatti della prelibata cucina locale.
Chiudiamo infine con un “Basinas” 2009, ancora vivida nella mente l’immagine della vigna appena visitata, una Barbera che si affina 12 mesi in barrique e poi altri 4 anni in bottiglia.
Trovo tanta storia in questa bottiglia tanta da suscitare emozioni difficili da trasmettere a parole. E’ un vino che per la sua persistenza, il suo tannino e la sua importanza merita di essere bevuto, più che raccontato.
Arriviamo così, dopo una bella chiacchierata enogastronomica, al momento di congedarsi. Di nuovo, come all’arrivo, i convenevoli non servono; un bel sorriso e una stretta di mano ricca di verità, dicono ciò che resta di taciuto. Giovanni mi ha regalato una giornata memorabile, tornerò a trovarlo e sicuramente a bere i suoi vini.
By Simone Marchetti
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