L’Amarone è uno dei vini più famosi e apprezzati in Italia, non solo, ma conosciuto e ben voluto anche in tanti altri paesi. Il metodo di produzione lo rende diverso da tutti gli altri vini. Diventa così straordinario.
Secondo la leggenda l’Amarone è nato per un errore negli anni ‘30 (esattamente nel 1936). Il cantiniere di allora, un certo Adelino Lucchese, stava imbottigliando del vino Recioto dolce e si dimenticò di una botte. Il vino rimase per alcuni anni in quella botte, dimenticato. Quando Lucchese scopri quella dimenticanza, fu preso dalla preoccupazione di cosa poteva esserci all’interno, ovvero del vino, tanto, “andato a male”. Assaggiò il vino in compagnia dell’ enologo, e, sorpresa delle sorprese, il vino risultò molto buono anzi eccezionale.
Maggior corpo e struttura, la dolcezza iniziale di quello che doveva essere in origine, si era trasformata in eleganza e morbidezza. La lenta fermentazione in botte aveva trasformato tutti gli zuccheri in alcol. Non si trattava più di un vino dolce e per questo prese il nome di Amarone, cioè “Grande Amaro”.
CURIOSITÀ =. Nel 1953 nasce la prima bottiglia con l’etichetta del vino Amarone. Nel 1968 viene istituita la DOC per i vini della Valpolicella e quindi anche per l’Amarone. Nel 2010 l’Amarone diventa DOCG.
L’Amarone nasce in Valpollicella, a nord di Verona in zona collinare. Si estende dal fiume Adige fino ai colli di Soave, est di Verona. Terra dove nascono grandi vini rossi come il Recioto, il Valpollicella, Classico e Ripasso. Grazie alla sua posizione geografica, al clima mite ed alla morfologia del territorio, la Valpollicella è da secoli terra di coltivazione della vite e della sua vinificazione.
Le uve utilizzate per la produzione dell’Amarone sono un blend di vitigni autoctoni (crescono solo in Valpolicella), Corvina, Corvinone e Rondinella. Sono usate anche seppur in piccola quantità, Molinari, Oseleta, Negrara. Anche la vendemmia e quindi la raccolta delle uve è molto rigorosa. I grappoli non devono essere troppo grandi e devono essere a “spargolo” cioè devono avere gli acini distanti tra loro.
L’uva raccolta viene adagiata in cassette, che vengono portate in cantina e posizionate nei “fruttai”. L’uva riposerà lì per tre mesi. Seguirà la fermentazione che durerà almeno due anni. Poi ancora due anni di maturazione prima di essere imbottigliato è messo in commercio.
L’Amarone va servito a 16/18 gradi, stappando la bottiglia almeno tre ore prima della mescita. L’Amarone si sposa benissimo con carni saporite, selvaggina, arrosti e brasati. Vi date qualche volta alla cucina? Perché non vi cimentate su un risotto all’Amarone? Delizioso!!