Erbaluce – La Guida dei Vitigni d’Italia
Il vitigno Erbaluce
Il vitigno Erbaluce è un autoctono piemontese la cui origine è tuttora incerta. Potrebbe provenire dal basso Monferrato, oppure secondo la tesi più accreditata, dalla zona subalpina del Canavese. Il nome deriva dal colore degli acini, che sono più invaiati nelle parti esposte alla luce del sole. All’epoca dei romani sembra fosse noto come Alba Lux (ossia luce dell’aurora) appunto per la luminosità dei suoi acini. L’Erbaluce è un vitigno molto versatile. Infatti, grazie alla spiccata acidità e alla dolcezza dei suoi acini, con l’Erbaluce si possono produrre diverse tipologie di vino, dai vini secchi agli spumanti e ai vini dolci e passiti. Questi ultimi beneficiano sia dell’acidità, del contenuto zuccherino e dalla resistenza degli acini all’attacco da parte di muffe e parassiti che caratterizzano il vitigno Erbaluce.
Citiamo
Erbaluce di Caluso DOCG – Vino fermo di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, in giovane età gode di una brillante limpidezza. La caratteristica nobile stà nella spiccata capacità di evoluzione nel tempo. Regge perfettamente l’invecchiamento.
Erbaluce di Caluso Spumante DOCG – Può essere prodotto esclusivamente con metodo classico. Le caratteristiche del vitigno lo rendono perfetto per la spumantizzazione. Acidità e struttura sono i due elementi fondamentali in uno spumante di qualità e l’Erbaluce li possiede entrambi.
Erbaluce di Caluso Passito DOCG – I grappoli dell’uva vengono sottoposti ad un periodo di appassimento in locali ariegiati, le così dette “passitaie”, lì rimangono distesi su graticci o appesi per il peduncolo per almeno 5 mesi (l’appassimento dura dalla vendemmia fino a febbraio dell’anno dopo la vendemmia). A marzo inizia la pigiatura. Dal primo giorno successivo alla vendemmia, devono passare almeno 3 anni prima della commercializzazione, addirittura 4 anni per l’Erbaluce di Caluso Passito Riserva.
La leggenda
L’Erbaluce di Caluso è uno dei soli sette vitigni italiani il cui nome è indissolubilmente legato al territorio in cui si produce, ovvero il Canavese. Il suo nome, evocando sin da subito genesi fiabesca, si deve alla leggenda della ninfa Albaluce.
Si narra che in un tempo lontano le colline lasciate dai ghiacciai che circondano Caluso fossero popolate da ninfe e da dei, venerati dagli abitanti dei paesi che sovrastano. Alba era una di queste ninfe e un giorno, sulla riva del lago di Candia, incontrò il Sole. I due si innamorarono all’istante ma erano destinati a non incontrarsi mai. Complice la Luna che decise un giorno di non lasciare il Cielo in modo che il Sole potesse raggiungere di nascosto la Terra ed incontrare l’amata Alba, nacque Albaluce che aveva occhi color del cielo, pelle di rugiada e lunghi capelli splendenti come raggi di sole. La sua bellezza e grazia spinse gli abitanti della zona ad offrirle ogni sorta di dono e omaggio fino a quando i frutti dei raccolti non furono più sufficienti. Privati di ogni sostentamento, gli uomini, cercando nuove terre fertili da coltivare, scavarono un grande canale per far defluire le acque del lago di Candia che però travolsero ogni cosa seminando morte e distruzione. Albaluce pianse tutto il suo dolore per l’accaduto e dalle sue lacrime, cadute in terra, si alzarono tralci di vite dai dorati e dolci frutti: era nata l’Erbaluce.