Gavi si trova al centro della Val Lemme (così chiamata dal nome del torrente che la scorre).
La Val Lemme entra nella storia scritta e documentata con la Tavola di bronzo della val Polcevera del 117 a.C. Vi si accenna alla tribù dei Cavaturini, che abitava la zona della valle del Lemor (Lemme) ed i monti circostanti.
I Cavaturini ererano probabilmente chiamati così perché abitavano in grotte o cave. Non è escluso quindi che l’etimologia di Gavi derivi da Cavatum per elisione della consonante “t” Cavium-Gavium sino al medievale Gavio.
Essendo però Gavi anteriore all’arrivo dei Romani è forse più logico risalire ad un etimo ligure e cioè “Ga” (terra) “Va” (buca, meandro) “terra di buchi”, ossia luogo di caverne.
La Val Lemme è stata per alcuni millenni tra le più importanti vie di scorrimento dell’Italia nord-occidentale, usata come collegamento mercantile per chi andava e veniva dal mare genuense alle terre continentali.
Nel 1821 il Sabaudo stato Sardo portò a termine il progetto, già napoleonico, della strada Genova-passo dei Giovi-valle Scrivia-Novi; successivamente a metà secolo, anche la ferrovia Genova-Torino e poi Tortona-Milano, così come avvenne ancora nel 1937 per la “camionale” Genova-Serravalle, proseguita nel dopoguerra come autostrada sino a Milano.
Oggi ci troviamo di fronte ad una terra di confine tra Liguria e pianura padana, lo si riscontra nella lingua, nei tanti dialetti (lombardi-genovesi-piemontesi) Le colline si alternano alle valli, le linee dell’Appennino ligure sono come i fondali di una scena; uno spettacolo naturale dai mille colori e dai toni sfumati.
La pianura, l’Appennino, il mare, Gavi una terra di frontiera, dunque di scontri e incontri dove il vino è sicuramente un filo conduttore esemplare.