Un’antichissima favola greca racconta di come l’avidità portò un uomo a perdere una grande possibilità di ricchezza per la fretta di averne ancora di più e subito, uccidendo l’unica gallina che, tra quelle del suo pollaio, era in grado di produrre uova d’oro.
La versione altoatesina di questa favola è molto diversa. A dire il vero, l’unico elemento che lega la vicenda di Luis Thaler ai fatti narrati da Esopo è l’attività principale dei protagonisti, ovvero quello dell’allevamento delle galline.
In Alto Adige – e nello specifico, a Nova Ponente, in Val D’Ega, dove la nostra storia si svolge – il maso, quella casa contadina che siamo abituati a vedere spezzare il verde dei pascoli, è tradizionalmente abitato da generazioni della stessa famiglia che ormai da decenni, quando non da secoli, si dedica all’allevamento delle mucche, che forniscono latte e formaggi rinomati e radicati nel territorio quanto gli alberi che ordinatamente sfilano lungo le vallate. Ora, tutti sanno che quello dell’allevatore è un mestiere faticoso e che – per essere redditizio – richiede l’impegno simultaneo di più persone. Per questo, nella storia, i figli maschi, nelle famiglie impegnate in questa attività, erano accolti come una benedizione sotto forma di braccia forti da impiegare nel pascolo, nella mungitura ed in tutte quelle operazioni che garantiscono la buona conduzione di un allevamento bovino.
Però i tempi sono cambiati. E, quando Luis Thaler e la moglie Astrid si sono trovati soli con le loro mucche, di fronte alla terribile idea di dover abbandonare quella vita da contadini di montagna che era tutto quello che avevano, la scelta di andare verso qualcosa di nuovo eppure antico li ha stimolati a trovare una nuova ed insospettabile strada.
Secondo l’attualissima filosofia del “Less is More”, la coppia ha trasformato il Maso Badstuber – 1350 m sul livello del mare, a pochi chilometri dal centro di Nova Ponente – dal noto punto di riferimento per la produzione di latte e formaggio in una apprezzatissima centrale di produzione di uova. Si è trattato di un processo di riconversione non privo di difficoltà, che ha richiesto tutta la loro passione e l’amore per gli animali e per la vita di montagna. Ma, dopo 11 anni, l’allevamento di polli – cominciato con 300 esemplari – è cresciuto fino a contare 1700 pennuti, che hanno a disposizione un grande terreno sabbioso coperto e libero accesso al verde. Praticamente, le galline, in questo maso, hanno quasi lo stesso trattamento delle mucche. E i risultati – dovrebbero venire forse qui a studiare quelli che teorizzano e praticano gli allevamenti in batteria – si vedono: oggi Luis e Astrid distribuiscono le loro uova nei negozi e negli hotel della zona, che le considerano uno degli ingredienti fondamentali dei loro piatti. E non c’è bisogno di tagliare il collo alle galline – come fece il contadino della favola di Esopo – per vedere che cosa ci sia di tanto speciale dentro di loro. Perché l’eccezionalità sta tanto nell’amore dei Thaler quanto nel mangime, un miscuglio di cereali senza ogm e erba succosa, che costituisce la prima pietra per un alto contenuto di sostanze nutritive nelle uova da allevamento all’aperto. L’alta qualità dell’albume, il ferro, il fosforo, la lecitina, molte vitamine e la facile digeribilità rendono le rendono un componente irrinunciabile per un’alimentazione equilibrata. E c’è da giurare che la favola del Maso dalle uova d’oro sia ancora lontano dal conosce la parola fine.
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