Solenne inaugurazione, il 18 marzo 2014, a Milano, di Eataly in piazza XXV Aprile, nell’edificio dell’ex Teatro Smeraldo.
Oltre alle autorità più rappresentative della città, come il Sindaco Pisapia e il Presidente della Regione, Maroni, nel pomeriggio, dinanzi ad una folla di allibiti visitatori si sono esibiti, Shel Shapiro e Gino Paoli. Particolarmente compiaciuto appariva il padrone di casa Oscar Farinetti, sull’originale palco incastonato al centro della megastruttura. L’intento è quello di ospitare su di esso artisti emergenti che allietino i momenti conviviali delle schiere di gaudenti che faranno tappa presso questo autentico Tempio della Gola. A pianterreno, si incontrano delle variopinte bancarelle con frutta e verdura sceltissime, come a voler porre in evidenza l’essenzialità dei prodotti che derivano dalla Terra. A far da magica cornice: una piadineria, la gelateria alpina, una fornitissima panetteria, paninoteca e drogheria. Al I piano rosticceria, macelleria , pescheria, angolo della pasta fresca fatta al momento, il ristorante del fritto e l’angolo della mozzarella show. Al II piano si trovano, invece, i ristoranti del pesce e della carne, le zone riservate all’aperitivo vino libero, alla birra,al caffè Vergnano e due aule didattiche, per concludere con il Centro congressi al piano superiore. Si prevedono corsi di degustazione, show cooking di slow food (sul Territorio e la stagionalità), laboratori per bambini,tesi a stimolare la loro fantasia e creatività in campo culinario, utilizzando le spontanee capacità manuali.
Motti ispiratori di tutto ciò: “Imparare e godere” poichè “La vita è troppo breve per mangiare e bere male”; da Eataly conoscere il cibo è presupposto indispensabile per apprezzarlo e amarlo in tutte le sue sfumature. Peccato che tutto questo possa però essere prerogativa di quanti oltre, alla disponibilità conoscitiva,debbano possedere quella del “portafoglio”. Per tanti, questo decantato Paradiso del Gusto, sarà solo un luogo dove fare i conti con le molteplici costrizioni del quotidiano, proprio come nel giorno dell’inaugurazione. Si avvicendavano moltitudini vaganti, con l’acquolina in bocca, rese partecipi della festa, unicamente coll’imbarazzato sorriso di giovani commessi, dinanzi ai numerosi registratori di cassa, nell’ingresso del sontuoso edificio. Ricordo dell’evento, magica occasione di business per la città, sede dell’Expo, per molti, forse, chissà perchè, sarà soltanto… “Sapore di sale”.
Giuseppina Serafino